ARTEFIERA – BOLOGNA

Nel 2024 Arte Fiera compie 50 anni. Un traguardo ineguagliato da qualsiasi altra fiera d’arte italiana e condiviso solo da altre due manifestazioni europee. Risale al 1974 la decisione di BolognaFiere di introdurre, all’interno di ciò che all’epoca era ancora denominato Fiera Campionaria, una piccola sezione dedicata all’arte moderna e contemporanea. Questa scelta si rivelò particolarmente fortunata, ottenendo un immediato successo. Nella prima edizione, il numero di gallerie partecipanti era appena di dieci; già l’anno successivo, erano aumentate a 200.

1974 – 2024: buon compleanno Arte Fiera!
2-4 Febbraio 2024 Bologna

Giuseppe Desiato, Lamento dal sud, performance ad Arte Fiera, 1976

Mostra
“Praticamente nulla da vendere”.
La performance ad Arte Fiera nel 1976,
a cura di Uliana Zanetti

La performance era di casa ad Arte Fiera fin dalle primissime edizioni: quella del 1976, in particolare, vide succedersi le azioni di artisti come Vincenzo Agnetti, Urs Lüthi, Hermann Nitsch, Franco Vaccari, non come parte del programma di eventi bensì come proposta, audace e lungimirante, di alcune gallerie. Si tratta di una storia poco nota e ancora meno documentata, sulla quale getta un primo sguardo la mostra “Praticamente nulla da vendere”. La performance ad Arte Fiera nel 1976, a cura di Uliana Zanetti, Curatrice delle collezioni al MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna. Allestita nel Padiglione 25, “Praticamente nulla da vendere” (il titolo della mostra deriva da una dichiarazione di Rosanna Chiessi, fondatrice della galleria Pari&Dispari, sulla sua partecipazione alla fiera del 1976: “Praticamente, non avevamo nulla da vendere”) dimostra che il legame fra Arte Fiera e la performance risale alle origini stesse della manifestazione, in sintonia con il contesto di una città che negli anni Settanta è stata tra le più importanti per la storia di questa forma di espressione in Italia. Un aspetto, quello della performance, che Arte Fiera non ha cessato di coltivare nel corso dei decenni, e che ne costituisce anche oggi un tratto identitario.

Performance
Daniela Ortiz, Tiro al Blanco

Protagonista della rinnovata collaborazione fra Arte Fiera e Fondazione Furla per il programma di performance curato da Bruna Roccasalva è l’artista peruviana Daniela Ortiz, che realizzerà un intervento inedito e concepito ad hoc dal titolo Tiro al Blanco. L’opera consiste in un’installazione che verrà attivata da una performance partecipativa, e mira a indagare i sistemi di potere politici, economici e culturali egemoni; in particolare, i meccanismi che esercitano violenza sulle popolazioni del Sud del mondo, accendendo i riflettori sul potere che l’industria bellica ha avuto negli ultimi 90 anni.

L’artista ha deciso di ideare uno stand di tiro a segno, ispirandosi alle comuni bancarelle da luna park ma ripensandone completamente il contenuto. Se i bersagli, riproducendo i loghi di aziende che producono armi o delle armi stesse, puntano il dito contro il complesso dell’industria militare, i premi celebrano personaggi del passato e del presente che hanno lottato contro capitalismo, imperialismo e colonialismo come Lenin, Daniel Guerin, Frantz Fanon e Vijay Prashad. Tra gli oggetti in palio ci sono anche coloratissimi burattini in legno e marionette da dito, un omaggio a eroi di pace come i medici delle zone di conflitto, che sfidano i bombardamenti nelle loro ambulanze, o i gruppi di lavoratori che si opponengono al trasporto di armi attraverso i porti. Un performer si aggira tra i corridoi della fiera invitando il pubblico a partecipare al gioco: protagonisti di Tiro al Blanco sono infatti gli stessi visitatori che, coinvolti in prima persona, hanno la possibilità di aggiudicarsi i premi provando a colpire i bersagli – ovvero ad abbattere simbolicamente un sistema che troppo a lungo ha imposto e continua a imporre il suo potere. Il gioco diventa uno strumento attraverso cui generare consapevolezza e stimolare un pensiero critico.

Partner tecnico: I.E.InfrastruttrEcologia srl di Mirandola (MO)

Mostra
Numero zero. Il primo catalogo di Arte Fiera,
a cura di Clarissa Ricci

Una mostra di studio indaga le origini della fiera a partire da un aspetto apparentemente marginale: il catalogo della prima edizione. Curata dalla storica dell’arte Clarissa Ricci, Numero zero. Il primo catalogo di Arte Fiera allinea le riproduzioni ingrandite di tutte le pagine di questa rara pubblicazione, permettendo ai visitatori di scoprire le dieci gallerie – tutte italiane, la maggior parte bolognesi – che furono protagoniste dell’edizione pilota della fiera. Il primo catalogo di Arte Fiera non costituisce solo uno spaccato della vita artistica e di mercato in Italia in quel momento, ma un vero e proprio manifesto. Che il 1974 fosse solo il primo passo verso qualcosa di molto più grande viene quasi profetizzato dal giornalista e critico Giorgio Ruggeri, il responsabile della prima edizione, in chiusura del suo testo: “Questa mini-mostra-mercato possiede però le premesse e la struttura per riproporsi l’anno prossimo anche decuplicata”. Le previsioni si rivelarono inferiori alla realtà: nel 1975 le gallerie passarono da 10 a 200.

Lo straordinario sviluppo della manifestazione si intreccia alle vicende di rapporti internazionali fra gallerie e artisti. Fu questa rete di rapporti a fare dell’evento-fiera un momento chiave per tutto il sistema dell’arte, che aveva sempre più bisogno di luoghi di interazione e di scambio che offrissero anche opportunità di aggiornamento e ricerca intorno alle nuove sperimentazioni. Realizzata in collaborazione con ANGAMC – Associazione Nazionale Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea, e allestita accanto alla lounge dell’Associazione (Padiglione 26), la mostra è accompagnata una cronologia delle partecipazioni ad Arte Fiera dal 1974 al 1979 che in modo inedito illustra lo sviluppo di Arte Fiera mettendone in luce la vitalità culturale e il fondamentale contributo delle gallerie.

Ducati Partner di Arte Fiera

Ducati riconosce da sempre l’amore per il bello come elemento essenziale della propria filosofia, che si traduce nella realizzazione di moto concepite come una combinazione magica di tecnologia e bellezza. Una filosofia che trova una sintonia spontanea con il mondo dell’arte e al tempo stesso promuove nel mondo l’eccellenza, l’unicità e lo stile di vita italiani.

Ducati sceglie come partner Arte Fiera, un appuntamento che nel corso dei suoi cinquant’anni di storia si è affermato come uno dei più attesi della scena artistica nazionale e internazionale. In particolare, la casa motociclistica di Borgo Panigale ha scelto di sostenere “Percorso”, il format trasversale che collega gli stand della fiera sulla base di un criterio tematico.

Prende infatti il via il Premio Officina Arte Ducati, destinato a un’opera esposta in “Percorso”. Nel 2024 il tema del format è un medium universale, che unisce artisti di generazioni diverse: il disegno. La giuria sceglierà un’opera realizzata con questo medium sulla base di criteri legati all’identità del brand: velocità, ricerca progettuale, innovazione.

Durante Arte Fiera inoltre, i visitatori potranno ammirare un’opera d’arte targata Ducati: si tratta della scultura in marmo Acquabianca Fortitudo Mea in Levitate, ispirata ai canoni estetici della casa di Borgo Panigale e capace di trasferire in un materiale pregiato come il marmo bianco di Carrara l’equilibrio tra peso e leggerezza delle forme.