DANIEL BUREN – BASSORILIEVI E ALTORILIEVI 2020-2024

La Galleria Tucci Russo ospita, fino al 28 luglio, nella sede di Torre Pellice (Torino), una nuova mostra dell’artista francese Daniel Buren, tra i maggiori esponenti dell’Arte Concettuale. Il noto pittore e scultore, che vanta una carriera internazionale lunga oltre 50 anni, è pronto a stupire con opere pensate per vivere luoghi diversi e con sculture nate “qui ed ora”. Lavori in situ e situati 2020-2024. Ecco di cosa si tratta.

L’arte di Daniel Buren

Fin dalla metà degli anni Sessanta del secolo scorso Daniel Buren ha scelto di sperimentare il grado zero della pittura, utilizzando un tessuto industriale a strisce verticali di 8,7 cm di larghezza, alternando il bianco a un altro colore. Partendo da un registro visivo semplice, Buren porta l’osservatore a spostare la propria attenzione dall’opera all’intero ambiente fisico e sociale su cui egli stesso interviene.

Dal 1967 l’artista abbandona il lavoro in studio per favorire interventi realizzati in situ (strade, gallerie, musei, paesaggi, edifici), creando opere che afferiscono, allo stesso tempo, alla pittura, alla scultura e all’architettura. Credendo nel connubio tra arte e vita e giocando con i colori, la luce, i punti di vista e il movimento, Buren trasforma radicalmente lo spazio circostante e stimola il coinvolgimento diretto del pubblico.

Le opere in mostra presso la Galleria Tucci Russo

Il lavoro di Daniel Buren si colloca tra azione e intervento ed è in continuo sviluppo e diversificazione. La mostra si dipana in due sale espositive della galleria dove l’artista presenta un nucleo di 15 opere, di cui 8 situate (secondo il termine utilizzato dallo stesso Buren) e 7 in situ, ovvero che sono state realizzate in funzione dell’ambiente circostante e ispirate dallo spazio in cui sono inserite.

Ricollegandosi al concetto di scultura, il titolo dell’esposizione riprende le tecniche dell’altorilievo e del bassorilievo utilizzate dall’uomo fin dai tempi più remoti. Se nell’altorilievo le figure sono molto aggettanti e sporgono quasi a tutto tondo dalla linea del piano di fondo, nel bassorilievo esse emergono in misura decisamente ridotta.

Pittura, scultura e architettura si incontrano

Allo stesso modo, alcune delle opere in mostra di Daniel Buren presentano dei prismi colorati, con una decorazione a strisce, che emergono nettamente dalla parete, dispiegandosi uno di seguito all’altro o alternandosi a delle superfici specchianti. Queste ultime, riflettendo l’ambiente circostante, inglobano lo spazio e interagiscono con esso e lo spettatore, creando assieme ai prismi una successione di vuoti e pieni (come nell’arte Barocca) collocandosi tra pittura, scultura e architettura.

Altri lavori esposti, invece, sono realizzati mediante delle griglie quadrate in ferro con differenti trame che, sviluppandosi in sequenza, sporgono in maniera più ridotta dalla parete creando un effetto meno aggettante (come un bassorilievo) e ricordando un quadro in rilievo. Con la loro forza decorativa, le opere di Daniel Buren trasformano il luogo in cui sono inserite e stimolano nel visitatore una riflessione sulla percezione di esso.