GLI SCATTI DI MARGARET BOURKE-WHITE A TORINO

Dopo il successo delle mostre dedicate alle grandi pioniere della fotografia Eve Arnold e Dorothea Lange, CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia di Torino annuncia una nuova esposizione che vede protagonista un’altra grande maestra della fotografia del Novecento: l’americana Margaret Bourke-White, prima donna reporter della leggendaria rivista LIFE. Dal 14 giugno al 6 ottobre, si potranno ammirare ben 150 scatti, immagini che raccontano la visione e la vita controcorrente della famosa fotogiornalista scomparsa nel 1971.

Le fotografie di Bourke-White

Il percorso espositivo, a cura di Monica Poggi, espone molte delle immagini che hanno reso Bourke-White figura di riferimento del fotogiornalismo mondiale nel Novecento. Le 150 foto presenti a Torino sono il frutto di decenni di sacrificio, coraggio, duro lavoro, sensibilità e ricerca di una donna sempre controcorrente, capace come pochi, forse come nessun’altro, di raccontare la complessa esperienza umana superando con determinazione barriere e confini di genere.

“La mia vita e la mia carriera non hanno nulla di casuale. Tutto è stato accuratamente progettato”, teneva a far sapere Margaret. Cercava sempre di trovare qualcosa di nuovo, qualcosa che nessuno avrebbe potuto immaginare prima, qualcosa che “solo tu puoi trovare perché oltre ad essere fotografo sei un essere umano un po’ speciale, capace di guardare in profondità dove altri tirerebbero dritto”.

Sempre in prima linea

Con il coraggio di un soldato, ha raccontato le trasformazioni del mondo immortalando i momenti più crudi della Seconda Guerra mondiale, tra campi di battaglia, bombardamenti, forni crematori, volti e corpi straziati. Margaret Bourke-White ha realizzato servizi in Unione Sovietica, Nord Africa, Italia e Germania, documentando l’entrata delle truppe statunitensi a Berlino e gli orrori dei campi di concentramento.

“Ho visto e fotografato i mucchi di corpi nudi e senza vita, gli scheletri umani nelle fornaci, gli scheletri viventi che sarebbero morti il giorno dopo perché avrebbero dovuto aspettare troppo a lungo per la liberazione, i pezzi di pelle tatuata usati per i paralumi. Usare la fotocamera è stato quasi un sollievo. Ha interposto una leggera barriera tra me e l’orrore di fronte a me”, raccontava la fotogiornalista originaria del Bronx.

Le sue fotografie hanno conquistato le copertine della rivista LIFE non solo durante la guerra, ma anche dopo, con gli iconici ritratti a Stalin e a Gandhi, i reportage sull’industria americana e nel Sudafrica dell’apartheid, il primo scontro militare della Guerra Fredda, i viaggi estremi in Antartide e nel Mediterraneo.

Costretta ad abbandonare la fotografia a causa del morbo di Parkinson, dal 1957 Margaret Bourke-White si è dedicata alla sua autobiografia, Portrait of Myself, pubblicata nel 1963. Si è spenta nella sua casa del Connecticut nel 1971, a soli 66 anni, a causa delle complicazioni della malattia.

Informazioni

Margaret Bourke-White
L’opera 1930-1960

14 giugno – 6 ottobre 2024
Orari: tutti i giorni dalle 11 alle 19

CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia
Via delle Rosine 18, 10123 – Torino

www.camera.to